Le persone al mondo che tengono maggiormente alla lettura non sono gli scrittori, né gli editori, non sono i pedagogisti e nemmeno i banchieri di John Grisham: sono le mamme.
Non c’è statistica o indagine di mercato che le consideri, ma se c’è qualcuno al mondo attento e preoccupato per la lettura, sono le mamme. Se anche solo la milionesima parte del loro tormento si traducesse in libri letti (da parte dei figli, ma anche da parte delle madri stesse, dei mariti dei nonni dei cognati dei cugini di terzo grado) avremmo risolto questa spinosa questione.
La mamma in ambasce commette un solo errore: spera nella folgorazione divina, confida nella possibilità che la libreria in cui mette piede si riveli una Damasco e il libraio un guaritore; la mamma in ambasce si appella a qualcosa di istantaneo e miracoloso, e se esistessero delle pillole o delle cure specialistiche, metterebbe mano al portafoglio senza tante remore. In questa concezione fideistica il libraio è visto come un esorcista (mi è capitato di sentirmi dire faccia qualcosa lei) in grado di espellere il demonio della dis-lessia, da non intendersi come disturbo dell’apprendimento ma come patologia pandemica che sta trasformando gli esseri umani in non-leggenti.
Una ricetta salvifica non esiste e la verità è un’altra, molto più semplice e sotto gli occhi di tutti: viviamo nell’era della distrazione e quotidianamente centinaia di trilli (del diavolo) ci distolgono dalla lettura, e per questo un buon lettore dovrebbe prima di tutto essere un buon asceta, uno di quegli irreprensibili monaci che vivono in modalità aerea o di quegli stiliti che si piazzano in cima alla colonna a leggere Furore. Il fatto è non ci si improvvisa anacoreti con 200 mg di Geronimo Stilton: la pratica (non uso volutamente la parola “passione”) della lettura richiede un lungo apprendistato che va costruito passo dopo passo, dalla reader friendly a Joyce. Il primo passo? leggersi 8 secondi, il libro di Lisa Iotti sull’era della distrazione di massa, prendere coscienza del contesto in cui il figlio sta crescendo e pensare a come predisporre gli argini. Proprio così, come lungo i fiumi più tumultuosi, la faccenda della lettura è una questione di argini: trilli del diavolo e app della madonna hanno esondato e bisogna correre ai ripari. Nell’ultimo trimestre 2020 la pandemia ha portato 8,5 milioni di nuovi utenti della tv on demand, la nuova frontiera della finitudine ombelicale in cui stiamo sprofondando (il divano come utero postmoderno), laddove all’uomo servirebbe invece la capacità di guardarsi intorno e lontano. In questo la lettura è decisamente la pillola migliore: dopo aver letto Il barone rampante, il nostro sguardo sul mondo acquista qualcosa di equivalente a circa 700 trilioni di like. Che poi leggere è sempre on demand.
